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  • Writer's pictureSilvia Busetto

Tale padre, tale figlia...

Ho trascorso gran parte della mia infanzia e adolescenza guardando mio papà Guido, artigiano, lavorare il legno, il giunco e il rattan nel suo piccolo laboratorio di casa. Era affascinante vedere come riusciva a modellare dei semplici bastoni per costruire le gambe di un tavolo o di una sedia, oppure da un grande pannello dar vita a un armadio, un comodino o una semplice mensola. Completava il tutto poi dipingendo e verniciando la sua creazione.



È stato lui a costruire gran parte dei miei giocattoli e il mio tavolino e sedia (che esistono tutt’ora) su cui ho trascorso seduta tantissime ore a disegnare.

Ed è stato sempre lui, quando ho cominciato a dipingere seriamente, a ricordarmi che la mia passione per il disegno e il dipingere c’è sempre stata nella mia vita, fin dalla più tenera età.

La mia manualità si è sviluppata quindi giocando, usavo i suoi strumenti (un piccolo martello, un seghetto traforo, chiodi un coltellino) e la mia fantasia per costruire barchette, canne da pesca o mazze da golf.


Per me adesso, dare una seconda vita a vecchie cornici che scovo in negozi di seconda mano locali, è come rendere tributo a un insegnamento prezioso che ho ricevuto in famiglia.


Pulire, carteggiare, ridipingere il legno e vernicialo come faceva mio padre prima di me, tagliare il vetro e poi assemblare il tutto per incorniciare uno dei miei quadri; tutto questo rende il mio pezzo d’arte un po’ più speciale. Con ogni dipinto in una cornice restaurata, dono una parte di me stessa e delle mie origini.


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